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QUALITA'

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Moda e qualità sono due concetti diversi ma complementari. Per un’impresa - piccola, media o grande che sia – la qualità dovrebbe rappresentare il comune denominatore di tutta la produzione, ma come sappiamo non è sempre così. All’interno di un mercato in continua espansione, noi di Cheveyo, con la nostra idea e realizzazione di moda sostenibile, rispondiamo alla domanda di clienti sempre più esigenti e attenti all’ambiente. Vediamo insieme perché...


Qualità e moda sostenibile
Per un’azienda convertirsi alla moda sostenibile significa ridurre – almeno per quanto si può – l’impatto ambientale e sociale di tutto il settore. E come? Noi di Cheveyo andiamo alla ricerca di materie prime che siano sia ecologiche che rinnovabili, alleggerendo in modo significativo il danno per il nostro pianeta. Si tratta di tessuti ecosostenibili, che a loro volta, si dividono in naturali (lana, lino, canapa, cotone, ecc) e artificiali di origine naturale (bamboo, modal, ecc). La moda sostenibile, o eco-moda, incentra le proprie sfide sulla qualità dei tessuti e delle fibre naturali, sostituendo eventuali sostanze chimiche e/o tossiche presenti all’interno. Ma non è tutto. La qualità va ricercata anche nella manodopera, intesa come recupero di saperi e tradizioni sartoriali italiane. Sono infatti molte le aziende manifatturiere, medie o grandi, che negli anni sono state accusate di sottopagare i loro dipendenti o addirittura di sfruttamento del lavoro minorile. Poi fortunatamente esistono delle realtà diverse, come la nostra, che si impegnano nella tutela dei diritti del lavoro e dei lavoratori. Ecco, Cheveyo ha scelto con grande orgoglio e soddisfazione di percorrere la seconda strada.


I vantaggi della moda sostenibile
Come è normale che sia, avviare un’impresa che punti a produrre capi di moda sostenibile, ha delle inevitabili ripercussioni sul costo dei tessuti e, quindi, sul prezzo finale dei capi d’abbigliamento realizzati. Rispetto al fast fashion e alla produzione di capi in serie su larga scala, la nostra azienda ha deciso di percorrere la strada della qualità, intesa come valore assoluto di ogni singola fase del processo produttivo. Le fibre sintetiche, ad esempio, hanno un costo minore, come minore sono la resa, la resistenza e la durata nel tempo. Quelle naturali, al contrario, hanno un costo più elevato, ma l’impatto ambientale è notevolmente ridotto. Così facendo la qualità del Made in Italy, e di conseguenza la sua fama nel mondo, vengono preservate. Come conferma il rapporto realizzato nel 2019 da BoF e Mckinsey&, ben il 66% dei
consumatori (di questi 42% dei Millennials e il 37% della generazione Z ) si è dichiarato propenso pronto ad acquistare capi sostenibili anche spendendo di più.


Slow fashion come sinonimo di qualità
In un mondo dominato dal fast fashion e dal consumismo – in cui la bassa qualità dei capi fa sì che si usurino velocemente portando le persone ad acquistarne degli altri -, si contrappone un nuovo modello, conosciuto appunto come “slow fashion”, che si basa prettamente sulla qualità. Niente più vestiti che si sbiadiscono al primo lavaggio, che si usurano velocemente e che durano al massimo una stagione. Il sistema della moda, quindi, sarà anche più strutturato e lento, ma la sua formula di successo è garantita. Lo slow fashion coinvolge nello specifico artigiani e laboratori sartoriali e punta alla promozione della tradizione locale. Uno dei capisaldi dell’intera filiale produttiva sta nel controllo qualità, il quale implica l’impiego di personale specializzato, tempi di produzione più lunghi e cura dei dettagli. Così facendo, i capi realizzati dureranno anche negli anni e andranno ad alimentare il mercato dell’usato. Quando infatti non vogliamo più utilizzare determinati abiti, ma non vogliamo gettarli via perché sono ancora in ottime condizioni, possiamo donarli ai mercatini dell’usato e donargli una nuova vita. Tutto ciò è reso possibile grazie a un’idea di moda di qualità, destinata a durare nel tempo.

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