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PRINTWORKS IN LONDON

  • 5 min read

Printworks in London: il locale che in pochi anni ha scritto la storia dei club made in UK

La sua apertura è stata una vera rivelazione, la sua chiusura un fulmine a ciel sereno: parliamo del Printworks in London, uno dei locali della scena inglese che in pochi anni si era accaparrato una certa notorietà, ma che l’anno scorso ha poi invece finito per chiudere i battenti. O meglio, l’anno scorso ha avuto inizio il processo di smantellamento che culminerà alla fine di aprile, e per “l’occasione” il club ha in serbo una serata finale prima dell’addio definitivo. 

Tenete a mente questa data: 28 aprile 2023.

Nel frattempo, ripercorriamo insieme la storia del Printworks, non prima di parlare delle future serate che rappresentano il “gran finale”.

Printworks in London

ph credits: eletronicgroove.com

 Printworks: una serie di eventi prima dell’addio definitivo 

Sul sito del Printworks in London campeggia ora tristemente un annuncio: “Per segnare la fine dello spazio così come lo conosciamo, gli spettacoli finali del Printworks Closing Weekend rappresentano la nostra storia, unendo i punti dalla techno alla house melodica e dalla disco al basso per il nostro ultimo weekend.

Il secondo spettacolo della serie è un viaggio attraverso il lato melodico della musica elettronica con alcuni dei talenti più influenti del genere”.

Tra gli ospiti abbiamo nomi rinomatissimi del genere: tra cui celebre duo Camelphat, il dj Stephan Bodzin, e anche Adriatique, Mind Against, Francesca Lombardo, NTO [ live], Jimi Jules, Carlita, Cassian e molti, molti altri.

Printworks: dalla nascita al declino di un impero 

Printworks in London è stato un club situato nell’Harmsworth Quays, e che sorgeva su un ex impianto di stamperia che si occupava di stampare giornali come il DailyMail: da qui, appunto, il nome “Printworks”.

Inaugurato nel 2017, in un evento che ospitò Seth Troxler, The Martinez Brothers e Loco Dice, ha basato il suo seppur breve successo sulla musica elettronica, anche se non è mancato il genere orchestrale.

Mixmag ha definito Printworks in London come "il salvatore del London clubbing che era disperatamente necessario" aggiungendo che era "uno dei luoghi più sorprendenti che la capitale, se non il paese, ha da offrire”. 

Purtroppo, però, nonostante tutto ciò, nell’autunno 2021, gli amministratori dell’area su cui sorgeva il locale, British Land, hanno presentato dei piani al Southwark Council per riqualificare il sito in un complesso di edifici per uffici, cosa che ha quindi portato, purtroppo, alla richiesta del suo smantellamento, nel 2022.

Proprio per questo, prima che lo smantellamento definitivo avvenga, i proprietari del Printworks hanno deciso di dare un ultimo assaggio ai suoi avventori, prima di congedarsi e dichiarare definitivamente il Printworks un capitolo chiuso.

 La chiusura del Printworks: una sconfitta bruciante 

Se le altre volte abbiamo parlato dei locali e delle magnifiche serate che si svolgono al loro interno, questa volta purtroppo dobbiamo iniziare dalla fine: l’anno scorso il Printworks in London ha ricevuto l’amara sconfitta di dover chiudere i battenti, per cui sulla movida c’è poco da dire, tranne che per la sua ultima serata che si terrà appunto il 28 aprile 2023.

I capi-progetto che hanno diretto le opere di smantellamento hanno fatto sapere di aver: “preso ispirazione dalla forma estremamente funzionale dell’edificio per creare un nuovo spazio unico”, ha detto l’architetto Andre Tindale, a capo del progetto di riqualifica, che ha anche aggiunto: “il nostro obiettivo sarà quello di mantenere quanto più possibile della struttura originale, così da minimizzare le demolizioni”. 

Una cosa è certa: Printworks in London dal 2017 aveva fatto breccia nei cuori dei cittadini ed anche dei turisti, ma tutto si è esaurito molto velocemente sparendo in una nuvola di fumo, a causa del progetto di cui sopra. 60mila metri quadri di puro divertimento, che ora saranno presto rimpiazzati da scrivanie ed uffici.

Dalle ceneri del Printworks nasce il The Beams

La chiusura del Printworks in London, comunque, “non è un addio ma un arrivederci”. Lo hanno promesso i ragazzi di Broadwick Live, che gestivano il Printworks. E se è vero che ogni promessa è un debito, è proprio per questo che The Beams ha aperto lo scorso ottobre. 

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 Printworks: un labirinto di 11mila metri quadri

Certo è che Printworks in London ha per certi versi rappresentato una delle location forse più suggestive tra i clubs della scena techno, e di questa inconfutabile verità ce ne hanno dato la riprova gli inviati di Soundwall, che nella loro recensione doviziosa e ricca di particolari, hanno descritto in maniera chiara e lucida cosa davvero fosse il Printworks.

“Il primo impatto visivo è stato comunque di un certo livello. […] . Sulla sinistra una scala in lamiera conduceva ordinatamente verso l’ala dove si trovavano i due dancefloor, mentre per raggiungere bagni e guardaroba (dio benedica i locker) era necessario percorrere un mezzo labirinto di corridoi (tramite indicazioni impeccabili) penetrando a fondo nel cuore della struttura”.

Insomma, un posto davvero niente male, e non lo diciamo solo noi, ma addirittura anche Vogue Italia ha decantato le lodi di questo locale che in pochissimi anni di vita è riuscito a passare alla storia.

Vogue Italia e l’elogio al Printworks

Vogue Italia è stato al Printworks in London quando il club era al culmine della sua fama, descrivendo una delle serate-tipo che era possibile vivere all’interno del locale.

“Durante la nostra visita al Printworks, lo scorso 30 marzo, in programma c'era Photon, il concept party di Ben Klock, esponente di spicco della scena techno berlinese nonché resident del leggendario Berghain”.

Vogue parla degli artisti tedeschi, facendo slalom tra Rødhåd e Dax J, per atterrare poi su Adiel, artista romana.

Adiel, artista italiana che vive all’estero, ai microfoni di Vogue ha detto: "Sono stata qui per la festa del Circoloco a dicembre e devo dire che Printworks è veramente unico, non solo per il soundsystem e la location, ma anche per l'impeccabile organizzazione”. 

Insomma, il rammarico per la perdita di un locale che senza dubbio aveva tutte le carte in regola per diventare il locale più di spicco nella scena techno londinese, senza dubbio c’è e si avverte. Non è un caso infatti che la sua ultima serata sia andata sold-out e che ora l’ultima spiaggia per ottenere i biglietti sia usare un qualche strumento di rivendita da parte di terzi.

Ma in fin dei conti The Beam non è comunque da meno. Su instagram conta già 74.800 followers, un numero mica male per un locale che sta aprendo i battenti.

Che valga la pena farci un salto?

 

 

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