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PRIMAVERA SOUND IN BARCELONA

  • 4 min read

 Primavera Sound in Barcelona 

Si è appena concluso il Primavera Sound in Barcelona, uno degli eventi più noti della Spagna, che anche se alquanto giovane” (quest’anno era alla sua 22esima edizione, la prima nel 2001) è riuscito in un tempo relativamente breve a conquistarsi una nomea più che eccellente, tanto da esser diventato un punto di riferimento mondiale e modello di festival urbano.

Primavera Sound in Barcelona

Ph credits: dodmagazine.es

Il segreto della sua forza risiede forse nel fatto di presentarsi come un festival eclettico e variegato: dal pop al rock, ma con una attenzione anche alle tendenze più underground, al Primavera Sound ce n’è per tutti i gusti e forse per questo è così apprezzato.

Scopriamo di più sull’edizione appena trascorsa.

Primavera Sound 2023 e le sue succursali 

I concerti del Primavera Sound in Barcelona si sono svolti dal 31 maggio al 4 giugno, ma la novità è che da quest’anno ha messo su delle “succursali” in altre sedi, che hanno quindi prolungato i giorni di musica fino a 7 giorni anziché 5. 

Il programma parallelo è noto come Primavera a la Ciutat e si è tenuto dal 29 maggio al 4 giugno. Ma non è finita qui: il 12 giugno si è chiuso in bellezza, con la festa Brunch-in.

Oltre al Primavera a la Ciutat, la grande new entry è stata l’introduzione del Primavera Sound Festival a Madrid

Visita il sito per avere tutte le informazioni clicando qui

 Primavera Sound in Barcelona e in Madrid 

Per la prima volta il Primavera Sound si è tenuto a Madrid, dall’8 al 10 giugno. Gli ospiti, peraltro gli stessi del Primavera Sound in Barcelona, sono stati nomi celebri come: Depeche Mode, Kendrick Lamar, Blur, Rosalía, Halsey, Skrillex, Måneskin e molti molti altri.

Insomma, una rosa di nomi davvero d’eccezione, in quello che è stato definito dalla stessa organizzazione un vero e proprio festival “a specchio”.

Ma quale è la storia del Primavera Sound 

 Primavera sound: gli albori 

Il Primavera Sound in Barcelona nasce come un piccolo festival che agli inizi ha dovuto lottare per riuscire ad emergere: certamente, se si fosse dovuto giudicare il suo successo dai suoi esordi, nessuno ci avrebbe mai scommesso.

Lo ammette il suo stesso padre fondatore, che più volte in diverse interviste ha ribadito come sono stati anni bui. Ma la costanza premia: il Primavera Sound Festival è riuscito infatti a passare da una platea di 8mila persona a una di 200.000 ed oltre.

Alberto Guijarro Rey ha raccontato come tutto questo sia accaduto: “In 15 anni ce la siamo vista brutta diverse volte. Fino al 2007/8 avevamo molti concorrenti in Spagna e nella stessa Barcellona e si era creata una situazione insostenibile, perché gli artisti, richiesti da più festival, avevano aumentato spaventosamente i cachet. Non sapevamo più come pagarli e molti festival sono falliti per i debiti”.

Molti festival, esatto. Ma non il Primavera Sound: “Noi no. Pensavamo che sarebbe stato tutto più facile, ma due anni dopo è iniziata la crisi economica. Fortuna che avevamo già iniziato a essere più internazionali, ad avere rapporti con magazine grossi come Pitchfork e questo ci ha assicurato visibilità e partecipazione da parte del pubblico estero. L’abbiamo schivata così, la crisi”.

Insomma, il punto di forza del Primavera Sound in Barcelona è stato puntare il più in alto possibile. Rischiare di bruciarsi le ali come Icaro che andava verso il sole, sì, ma a volte la temerarietà paga, e fortunatamente il Primavera Sound non ha subìto la stessa sorte dello sfortunato Icaro, ma anzi, è la dimostrazione lampante di come a volte ali di cera possano trasformarsi in ali di piume.

L’elettronica e il Primavera Sound: l’accoppiata invincibile

Veniamo ora al cuore del Primavera Sound In Barcelona: l’elettronica. Come dicevamo prima, i padri fondatori sono stati degli amanti del rischio. E lo dimostra anche il fatto che hanno puntato sin dagli inizi su un genere che nei primi anni Duemila non andava poi per la maggiore, quello appunto dell’elttronica.

Perché lo hanno fatto? La risposta viene direttamente da loro: “Ho iniziato nel 1991 facendo il promoter di eventi di elettronica in un grande club di Barcellona, la Sala Apolo. Siamo stati i primi a portare dei DJ internazionali in città. Il mio partner era un promoter di band indie/pop rock, perciò abbiamo cominciato a organizzare eventi misti nel club, per cui prima facevamo suonare la band e dopo iniziava il DJ set di elettronica. Ci siamo fatti un nome, sai. Per tutti gli anni ’90, festival come il Benicassim o il Doctor Music Festival ci hanno chiesto di gestire la parte elettronica del loro programma. Però a noi non bastava, volevamo un cartellone misto, sia elettronico che indie, così nel 2001 è nato il nostro Primavera Sound.

E quando si chiede ad Alberto se la sua professione sia un rischio, risponde senza tentennamenti che sì, lo è, ma anche che non saprebbe come descrivere il “sospiro di sollievo che tiro quando vedo la gente godersi il festival”.

E non esiste soddisfazione più grande.

 

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